"Identità dinamiche, interconnesse"

"Identità dinamiche, interconnesse"

Identità dinamiche, interconnesse.

Appaiono tante forme, ciascuna modulata più o meno diversamente dalle altre, ma ciascuna implicata dalle altre, quasi animata da un’intenzionalità a trascendersi, creando corrispondenze, per contrasto o affinità, tra i colori e i profili delle forme e comunicando un lieve movimento ascensionale al centro e quasi circolare ai lati al di qua della superficie musiva; il tutto accompagnato da un disteso, virtuale motivo musicale.

L’espressività è diretta, immediata, avvolge il fruitore lasciandolo sospeso nel desiderio di godere e anche di interpretare questa opera aperta, nella sua indeterminatezza, magari cominciando dalle forme a destra.

Una conformazione insolita, un pò inquietante, quasi onirica che fa da contrappunto a quella di sinistra, l’una in leggero, virtuale, movimento circolare verso l’altra, quasi mossa dal colore blu con le sue venature verdi.

Il blu è il colore dominante nell’intera opera con le sue varie tonalità, qui nelle forme laterali pur nella sua freddezza e introversione lascia intravedere una forza tenace esaltata dalle venature verdi feconde e soddisfatte e frenata dalle strisce chiare e incerte che prolungano la durata rallentando il movimento e attenuando la musicalità, eppure l’una e l’altra forma rinviano alla loro origine: il vuoto della loro cavità e il silenzio ad essa associato, vuoto e silenzio non nichilistici, ma produttivi di qualunque possibilità.

Questo vuoto e questo silenzio rinviano al pieno delle forme plastiche centrali e alla vibrazione briosa dei colori accentuata dalla direzionalità ascendente, che però appare trattenuta da una forma rotonda apparsa imprevedibilmente e casualmente forse per frenare una visione puramente retinica dell’osservatore e spingerlo a una riflessione più profonda e a volgersi a quelle due forme inquietanti, più su, quella chiara e quella prevalentemente ble, che si incunea nella forma concava su a destra e a guardare oltre, verso la distesa musiva, passando con lo sguardo attraverso uno stretto sentiero di tessere rotonde, per poi percorrere l’intera area di tessere rettangolari o quadrate o rotonde che siano, e questo percorso dello sguardo è il percorso dell’opera dalla varietà cromatica e dinamica centrale a una varietà musiva quieta, profonda, trattenuta, incombente e tale da trasformare la prima impressione gioiosa in una sensazione di freddezza ma anche di nostalgia per quel dinamismo cromatico, quel colore arancio sensuale, vigoroso e un po’ demoniaco, quel rosa tenero, quel bianco sereno …

Vuoto e pieno, silenzio e sonorità, diversi tra loro ma senza rigidi confini, l’uno trapassa nell’altro, l’uno è fecondo di novità, l’altro di gioia, tristezza o nostalgia.

 

Mosaico con smalti di Venezia , tarsie in vetro-fusione e bacchette di Murano

cm. 55 x cm. 55

   2010

 

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