Configurazioni illusorie del tempo

Configurazioni illusorie del tempo

 

Fin dal primo indugio della fruizione la configurazione complessiva dell’opera appare perturbante, lasciando intravedere uno slancio dell’immaginario, che coinvolge l’osservatore e lo spinge a scoprire un senso sotteso, che attraversa la trama strutturale.

Le forme curve della configurazione e la prevalenza dei colori giallo e verde più o meno chiaro nella parte superiore comunicano un senso di freschezza, ma anche di distanza e di lentezza, quasi la ricerca di un riposo, quasi una tensione trattenuta da una forza sottesa, involontaria, impercettibile; mentre il piano va leggermente abbassandosi, ci si avvicina alla parte inferiore; qui si impone allo sguardo una forma la cui solidità e fermezza viene accentuata, al suo interno, in modo quasi minaccioso dall’alternarsi di forme concave e convesse. Colpisce la sua immobilità: è causata da una forza eternizzante contro lo scorrere del tempo? E tale forza sembra trasmettersi con successo alle tessere scure alla sua destra ma molto meno efficacemente alle tessere della parte superiore, mentre la sua protesta antitemporale si incanala nella sovrastante forma verde ambigua e beffarda. Da qui l’occhio dell’osservatore non può non spostarsi per volgersi verso l’alto, verso una enigmatica figurazione, da cui si potrebbe ascoltare una lieve sonorità, che emana sia dalla variabilità delle forme sia dall’allontanarsi di quelle blu e l’avvicinarsi di quelle gialle.

Qui il dinamismo contrappone alla visionaria erosione del tempo-movimento una non meno immaginaria speranza di un futuro plurisignificante, una speranza manifestatasi quasi casualmente dal libero processo stesso della materia e della tecnica della vetrofusione.