"Valori sapienziali e resistenze"

"Valori sapienziali e resistenze"

Valori sapienziali e resistenze

La peculiarità della composizione musiva si rivela immediatamente col suo profilo vorticoso, rapido e reso tanto più allusivo dalla presenza di colori vivaci e contrastanti col blu della sagoma.

Lo sguardo del fruitore è catturato da percezioni simultanee e ravvicinate, ma sempre contrastanti: si ferma un attimo al centro della composizione musiva, ma subito dopo nell’indecisione lo sguardo si volge ora a destra ora a sinistra o in basso o in alto e tenta di cogliere simultaneamente l’intero, ma è spinto a percorrere ogni singolo ramo serpentino quasi a cercare ora l’uno o l’altro punto cardinale, un po’ attratto con lieve senso di gioia dalla luminosità delle tessere gialle o giallo-arancio e un po’ frenato da quelle nere, fino a soffermarsi su due forme circolari l’una col centro blu contornata di rosso e grigio e l’altra col centro blu contornato dal giallo e dall’arancio.

A questo punto l’osservatore può accorgersi di non riuscire più a guardare, si sente nudo, non è lui che guarda, è alienato, viene guardato dalla composizione e dal piano della percezione viene dislocato al piano di un possibile senso, di un invisibile inerente al visibile.

Si apre lo spazio del senso, dinamicamente, tramite interrogativi.

Quel colore giallo o arancio che si muove con calore verso di lui lo invita a quattro possibili percorsi sapienziali? Un giallo inesorabile contro il nero, che vorrebbe deidealizzarlo? Che vorrebbe opacizzarlo o sprofondarlo nel mondo ctonio? E’ un nero alleato col contorno serpentino, perturbante per il suo simbolismo oscuro? La risposta la possiede il serpente che si morde la coda, cioè che possiede il segreto della vita e della morte, del senso del giallo e del nero? O forse quel nero potrebbe porsi solo come limite alla tendenza assolutistica del giallo arancio? E i due cerchi potrebbero tendere a indicare la scarsa area di una possibile perfezione, che comunque non è unica, ma duale? Una perfezione che dal centro della sua intimità rigidamente guarda l’osservatore fino a bruciarne lo sguardo, per poi subito ravvivarlo e fargli riprendere l’attività ottica, ma solo per volgerlo alla distesa fredda del blu, per allontanarlo e anche perché sia pienamente consapevole che un’opera astratta è autoreferenziale e la sua interpretazione è solo una delle tante possibili

 

Mosaico con smalti di Venezia e tarsie in vetro-fusione

cm. 20 x cm. 20

   2009

 

Tag: